I Gestori degli impianti di distribuzione carburanti hanno l’obbligo di accettare, in pagamento, la
moneta elettronica.
Ma il costo delle commissioni imposte dal sistema bancario è talmente alto da assorbire l’intero
margine di gestione e da costringere di fatto gli operatori a scaricarne gli oneri direttamente sul
prezzo al pubblico dei carburanti.
Questo il risultato dei provvedimenti emanati dal Governo che hanno finito per penalizzare,
ancora una volta, piccole imprese, lavoratori e consumatori ad esclusivo vantaggio delle Banche
e dei consorzi interbancari che gestiscono sostanzialmente in regime di oligopolio l’emissione e
l’utilizzo delle carte di credito e del pagobancomat.
Insomma, mentre il Governo impone ad esercenti e consumatori l’utilizzo delle carte, dall’altro
lascia assolutamente libero il sistema bancario di fissare condizioni e costi a proprio piacimento
e in ragione delle sue esigenze.
E’ sufficiente dire che il costo imposto ai Gestori italiani è complessivamente superiore all’1,5%,
a fronte di un margine lordo inferiore al 2% del prezzo finale che, come noto, per il resto viene
intascato dallo Stato, in forma di accise ed IVA, e dalle compagnie petrolifere.
Tutto ciò nonostante persino l’”Europa delle Banche” stia per adottare una normativa che
contiene il costo massimo del servizio fra lo 0,2 e lo 0,3%.
Il 12 Novembre, a sostegno della Conferenza Stampa e dell’avvio delle denunce, i Gestori non
accetteranno alcuna carta di credito né bancomat per manifestare lo stato di disagio della
Categoria che è avviata, se non interverranno fatti nuovi, ad una vera e propria disobbedienza
civile, rifiutando la moneta elettronica in pagamento.
QUALE E’ L’AUTORITA’ CHE PUO’ OBBLIGARE UNA PICCOLA IMPRESA A VENDERE IN PERDITA?
Ci attendiamo che l’Unione Europea da una parte e l’AGCM nazionale dall’altra, a seguito della
denuncia, intervengano per ripristinare certezza del diritto e libertà di concorrenza.
E’ arrivato il momento di dire basta allo strapotere delle banche che speculano sulle piccole
imprese a favore di chi fa speculazione.